C’è un modo lecito per ridurre le tasse?

Da qualche mese circola con insistenza su internet ed in alcune trasmissioni televisive una figura fino a poco tempo fa sconosciuta, quella del cosiddetto “Escapologo fiscale”.  Mi è stato anche richiesto personalmente se ho una specializzazione in “escapologia”.  Incuriosito dalla richiesta mi sono interessato a capire il fenomeno, che di fatto è la vendita on line di un corso in cui si mettono in pratica tanti piccoli trucchi e segreti per ridurre il carico fiscale. Che male c’è a consigliare agli imprenditori mezzi legali per ridurre il carico fiscale? C’è che si scopre che molti dei trucchi  sono sconsigliati all’interno dello stesso corso  in quanto non propriamente “percorribili…”.

La professione di escapologo era molto in auge nei baracconi itineranti del XIX secolo e di inizio ‘900. Si trattava infatti di artisti, il più noto dei quali era Harry Houdini  in grado di liberarsi abilmente da qualunque catena o prigione. Le catene dalle quali l’escapologo  promette di liberarci sono quelle strette e dolorose del fisco italiano, le cui spire avvolgono gli imprenditori meno avveduti fino a soffocarli.

Lo sfogo contro il fisco, però, non può mai prescindere dalla considerazione della delicatezza che il prelievo fiscale ha per lo Stato e la collettività. Non può nemmeno prescindere dalla complessità tecnica delle questioni che di volta in volta sono prese in considerazione e dalla responsabilità, anche penale, che le scelte di pianificazione del carico impositivo determinano in capo al  contribuente.

Ritengo utile che si continui a denunciare il disagio che la complessità del sistema tributario e fiscale ci impone. Tuttavia rimane pericoloso alimentare con spirito populistico proposte prive di adeguato approfondimento tecnico prospettando soluzioni assai discutibili in punto di legittimità o solo suggestive.